La Storia di Giulia
Giulia [uso un nome di fantasia] arriva al mio studio circa 4 anni fa, mi trova tramite il portale online al quale sono iscritta, ha la mia età, è sposata ed ha un bambino di un anno. Mi parla di pensieri ossessivi che le condizionano l’intera giornata, soprattutto per quanto riguarda l’ordine e la pulizia domestici, vivono in un paese della provincia di Salerno.
La paziente mi appare da subito molto consapevole del suo problema, al punto che si è iscritta ad un gruppo di auto aiuto online, attraverso questa community si sente più accettata e si confronta con altri pazienti che spesso appaiono stare peggio di lei. Data la grande sofferenza emotiva e la componente depressiva, penso d’inviare la paziente ad un collega psichiatra.
La paziente è un po’ resistente dato anche il substrato culturale dal quale proviene, durante le vacanze di Natale, mi telefona per dirmi che ci ha pensato e che si è resa conto di disperdere troppa energia per via di questi pensieri ossessivi e si decide a contattare il collega, con mio grandissimo sollievo.
La paziente ha avuto una gravidanza a rischio, ha rischiato di perdere il figlio più volte a causa di una sua patologia: quest’esperienza traumatica e la compromissione dell’attaccamento con il bambino sarà il principale argomento del primo anno di terapia. La paziente è spesso discontinua nel percorso terapeutico, avverte all’ultimo, chiede di spostare l’appuntamento, suscitandomi una certa rabbia ed impazienza. Durante il corso della terapia emerge che ha una madre gravemente malata a causa di una patologia neurologica, è allettata e poco autonoma, questa condizione ha segnato profondamente l’adolescenza di Giulia che si è dovuta occupare del fratello minore, il padre ora è in pensione, ma è stato spesso assente per lavoro durante la crescita dei due figli.
I genitori della paziente sono rimasti insieme pensando di fare il bene dei figli, ma il loro rapporto è basato sul rancore reciproco, il padre è poco tollerante ed esasperato per la condizione fisica della moglie e la signora mi viene descritta capricciosa ed egoista.
Spesso Giulia mi parla dei litigi con il marito che sembra essere a tratti vecchio stampo, a tratti desideroso di un’intimità di coppia che la paziente molto spesso le nega adducendo la presenza del figlio piccolo come motivazione, in realtà mi sembra che l’unico contatto di questa giovane coppia avvenga tra le lenzuola, Marco è molto occupato con il lavoro, che spesso prosegue a casa e poco paziente con il figlio che vede pochissimo.
Al bambino viene diagnosticato un disturbo di attenzione ed iperattività e viene portato dai genitori in un centro a fare psicomotricità e logopedia.
L’ultimo anno di terapia è stato svolto quasi esclusivamente online a causa della pandemia, per un periodo le sedute si sono diradate ad una cadenza quindicinale, la paziente mi contatta durante le vacanze estive per dirmi che è incinta, è molto preoccupata perché sa che rischia molto sia per sé stessa che per il neonato.
Facciamo un lavoro sul riconoscimento di questa piccola che le cresce nella pancia: lei non se la immagina proprio, s’infastidisce se qualcuno le fa qualche domanda ed anche io quindi sto molto attenta. E’ depressa e affaticata.
Intanto il fratello dopo aver frequentato un corso a si trasferisce in Francia, a poche ore da Parigi, inizia una relazione con una ragazza francese con la quale va a convivere dopo poco.
La madre di Giulia nel corso del percorso terapeutico si aggrava sempre di più, le scoprono una massa tumorale che le porta emorragie e le visite mediche domiciliari sono sempre più sofferte e invasive.
Il padre della paziente nel frattempo va in pensione e si dedica un po’ di più alla famiglia, sempre con grossa difficoltà e malcontento.
Ipotizziamo di fermarci verso fine marzo per l’avvicinarsi del parto.
Durante l’ultima seduta la paziente mi dice che la madre è ricoverata in terapia intensiva e la prognosi è infausta, la paziente trascorre la seduta a piangere, è ormai al settimo mese di gravidanza e ancora un non avrà i suoi genitori presenti al momento della nascita della bimba.
La psicoterapia è ancora in corso.