Oggi molte delle relazioni che intratteniamo sono sfuggenti, senza troppe implicazioni emotive: potremmo definirle liquide…Un aspetto della società odierna è l’utilizzo di social network che, prevedono o meno, la condivisione di foto, di posizioni in cui ci si trova e di tante altre informazioni che spesso sarebbe meglio fossero riservate.
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Dipendenza dai social network e da Internet: sintomi, cause e cure
Quando si parla di dipendenza in ambito psicologico- clinico ci si riferisce ad una serie di comportamenti compulsivi e spesso in netta contrapposizione con lo stile di vita abituale di chi li mette in atto. Inoltre l’individuo dipendente è costretto a sottostare a delle abitudini malsane pur di soddisfare quel bisogno irrefrenabile di ottenere l’oggetto, la sostanza o di attuare un comportamento disfunzionale che implichi le relazioni circostanti.
Dipendenza dai social network
Per quanto concerne la dipendenza da social network c’è da fare un distinzione: quelli che si utilizzano per comunicare con gli altri attraverso chat e telefonate gratuite come Viber, Skype ed anche Whatsapp da quelli che prevedono l’esposizione e la condivisione delle foto di sé, dei propri familiari (minori e non) e di tutto ciò che si riesce a fotografare come Facebook ed Instagram. C’è inoltre un netto aumento dei social network che prevedono consigli culinari e ricette di ogni tipo: gli utenti postano foto di tutto ciò che cucinano o mangiano.
L’ortoressia é una forma di paranoia, di fobia a volte riguardo il cibo e l’ossessione di mangiare “sano”, che può seriamente compromettere l’alimentazione di chi già soffre di obesità e dei disturbi del comportamento alimentare più noti: anoressia, bulimia e Binge Eating Disorder (Disturbo da Alimentazione Incontrollata) a causa della sovraesposizione da parte dei social network riguardo truffe alimentari, mattanze di animali negli allevamenti e scoperte concernenti sostanze dannose per l’organismo; inoltre il web pullula di blog tenuti da persone affette da disturbi del comportamento alimentare che incitano alla magrezza o comunque ad esacerbare le fisime proprie di quest’ambito patologico.
I fattori di rischio
I più recenti studi sul tema non hanno evidenziato una personalità tipo che può rischiare di sviluppare una dipendenza da social, ma risultano più colpiti i giovani uomini, le donne di mezza età e le persone con un basso livello d’istruzione. La solitudine ed il vivere in contesti sociali degradati rappresentano sicuramente un fattore di rischio socio- ambientale ed emotivo molto rilevante.
I sintomi
E’ sicuramente complicato individuare sintomi specifici poiché la dipendenza da social network è strettamente connessa al più ampio spettro dei disturbi di personalità. Tuttavia i sintomi più frequenti sono: un’eccessiva preoccupazione per internet e per l’immagine che si dà sui social, la necessità di aumentare il tempo speso online, mettere a rischio le relazioni interpersonali, il lavoro e lo studio per stare al pc o allo smartphone, irritabilità se il tempo online è limitato, infine l’uso dei social è un regolatore delle emozioni negative come la tristezza e la solitudine.
La dipendenza da social e la comorbidità con altre psicopatologie
La dipendenza da social e da internet è parte del disturbo dipendente di personalità che comprende dipendenze comportamentali, da sostanze tossiche e dalle relazioni.
Un altro disturbo di personalità correlato alla dipendenza da social network è quello narcisistico che è assolutamente acuito da rinforzi positivi provenienti prevalentemente da Facebook mediante il MI PIACE. Un’altra ragione è che il paziente stesso ritiene di poter nascondere le sofferenze, i fallimenti e le proprie debolezze agli altri, conosciuti e non. Il rischio è di crearsi il famoso specchio di Dorian Gray: giovani, belli e di successo nella vita online e fragili, insicuri e sospettosi nei pochi momenti offline.
A proposito di sospetti, gelosie ed invidie in particolare Facebook può alimentare paranoie e veri e propri spionaggi a danno di fidanzati/e e amici/e: in un disturbo di personalità paranoide questo tipo di social network ed anche whats app, che prevede la visualizzazione del messaggio inviato, può spingere il paziente affetto da questa dipendenza a sviluppare deliri ed a pretendere dell’altro spiegazioni che non gli sono dovute, nei casi più estremi si arriva allo stalking, alle minacce ed agli insulti.
La privacy non è più un bene così prezioso e queste psicopatologie del nuovo millennio sono ancora oggetti di studio per garantire anche delle terapie efficaci.
La sindrome di Hikikomori
Da alcuni anni soprattutto in Oriente è esplosa la sindrome di Hikikomori dal nome dello studioso che l’ha scoperta: soprattutto gli adolescenti ed i giovani adulti che ne sono affetti, si isolano dal mondo esterno che viene sostituito totalmente da quello virtuale: non dormono, non mangiano se non davanti al pc o allo smartphone, non si lavano ed interrompono ogni relazione significativa per non privarsi neanche di un minuto davanti agli amati dispositivi. Questo tipo di dipendenza è portata alle estreme conseguenze e riguarda anche l’utilizzo patologico dei videogames.
La fondamentale differenza di questa sindrome dalla più comune e meno grave dipendenza da internet è che è secondaria all’isolamento sociale, mentre nella dipendenza oggetto di questo articolo viene prima la patologia e poi l’isolamento.
La dipendenza dai social in Italia e le sue possibili cure
Nel nostro paese sono stimati circa 300mila casi di dipendenza da social e da internet in ragazzi dai 12 ai 25 anni.
Per questa ragione in Italia stanno nascendo centri specifici e polispecialistici che si occupano del trattamento della dipendenza da internet in generale mediante gruppi di auto aiuto in cui i pazienti parlano liberamente della loro problematica, di come sono giunti ad esserne schiavi…possono essere aiutati da uno psicoterapeuta esperto in tecniche di gruppo o da un osservatore che modera soltanto l’alternanza dei vari interventi ed assicura il reciproco rispetto dei pazienti e l’astinenza dal riunirsi al di fuori del gruppo terapeutico e dal frequentare luoghi che possono farli ricadere nella patologia che li tormenta.
Un’altra strategia è quella di affrontare la dipendenza da social network con l’approccio cognitivo comportamentale, indicato per i pazienti più gravi e che all’occorrenza necessitano anche di una terapia psicofarmacologica.
Tutto ciò è assolutamente evitabile se si fa un uso dei social network e di Facebook sano e dedito al divertimento, alla spensieratezza, tutelando la propria immagine pubblica e quella dei propri figli e non dimenticando mai che uno sguardo, un sorriso face to face vale più di ogni altro tag o “Mi piace”!